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Nut, la dea dell’antico Egitto simbolo della Via Lattea

La rappresentazione della Via Lattea nella dea Nut dell’antico Egitto è un intrigante esempio di connessione tra mitologia e astronomia. L’astrofisico Or Graur, dell’Università di Portsmouth nel Regno Unito, ha condotto uno studio che mette in luce questa affascinante relazione, pubblicato su Journal of Astronomical History and Heritage. Graur, mentre scriveva un libro sulle galassie, si è imbattuto nella figura della dea del cielo Nut durante una visita in un museo con le sue figlie. L’immagine di una donna inarcata ricoperta di stelle ha catturato l’interesse di tutti e ha spinto l’astrofisico a esplorare la possibile connessione tra questa rappresentazione e la Via Lattea.

Attraverso simulazioni del cielo notturno dell’antico Egitto e l’analisi di testi antichi come i Testi delle Piramidi e il Libro di Nut, Graur ha confermato che la posizione della dea Nut corrispondeva all’orientamento invernale ed estivo della Via Lattea. In inverno, la fascia luminosa della galassia seguiva le braccia tese della dea, mentre in estate tracciava la sua spina dorsale nel cielo.

Nut è una divinità egizia venerata nell’antico Egitto per il suo ruolo come dea del cielo e della maternità. Contrariamente ad altre tradizioni mitologiche che presentano un padre celeste come figura primordiale, Nut è figlia di Shu, dio dell’aria, e Tefnut, dea dell’umidità.All’interno della mitologia egizia, Nut fa parte dell’Enneade e il suo matrimonio con Geb, dio della Terra e anche suo fratello, ha portato alla nascita di cinque figli: Osiride, Horus, Seth, Iside e Nefti. Dall’unione con Seth sarebbe nato Anubi, il dio dalle sembianze di sciacallo con la testa nera. Nut è spesso rappresentata con il corpo curvo sopra la Terra, simboleggiando il cielo che avvolge il mondo. Questa figura divina ha svolto un ruolo fondamentale nella mitologia egizia, incarnando l’infinito e la nascita, trasmettendo un senso di protezione e fertilità ai fedeli che si rivolgevano a lei per chiedere aiuto e benedizioni.

Oltre a questa scoperta, l’astrofisico ha anche esplorato le credenze degli antichi egizi riguardo alla dea Nut e le ha confrontate con altre culture del mondo. Ha notato che il ruolo della dea nel passaggio dei defunti nell’aldilà e il suo legame con la migrazione annuale degli uccelli risuonava con le concezioni di altre popolazioni riguardo alla Via Lattea. Ad esempio, alcuni popoli dell’America settentrionale e centrale la consideravano come la spina dorsale dell’universo, mentre in Finlandia e nei Paesi Baltici come un sentiero degli uccelli.

Questo studio approfondito sottolinea l’importanza di esplorare le connessioni tra mitologie antiche e conoscenze scientifiche per comprendere meglio il nostro universo e le diverse culture che lo hanno interpretato nel corso dei secoli. La rappresentazione della Via Lattea nella dea Nut è quindi un affascinante esempio di come il cielo stellato abbia ispirato e influenzato le credenze umane sin dai tempi più antichi.

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