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Legenda Maior: San Faustino e Giovita

San Faustino e Giovita sono i patroni della città di Brescia, due fratelli che vissero nel II secolo d.C. nel seno di una famiglia pagana di grande importanza nella città. Appartenenti all’ordine dei Cavalieri, conobbero Sant’Apollonio, vescovo di Brescia, e furono attratti dal Cristianesimo, al quale si convertirono. Sant’Apollonio li battezzò e nominò San Faustino prete e Giovita diacono, impegnandoli nell’evangelizzazione del territorio.

Il successo di San Faustino e Giovita nella diffusione del Cristianesimo suscitò l’ira della comunità pagana, preoccupata di perdere potere. La persecuzione inizialmente voluta da Traiano, che colpì anche Afra, la moglie del governatore della Rezia, impedì la diffusione della religione cristiana. Tuttavia, la morte dell’imperatore e l’ascesa di Adriano temporaneamente impedirono la repressione.

Ma nel corso di una campagna militare Adriano passò per Brescia e chiese a San Faustino e Giovita di adorare il dio Sole, ma essi rifiutarono. Allora ordinò che fossero dati in pasto alle belve del circo. Ma le belve rimasero mansuete, spingendo alcuni degli spettatori a convertirsi al Cristianesimo. Si susseguirono altri episodi miracolosi, e anche dopo il loro trasferimento a Roma per dare loro nuovamente in pasto alle tigri, questi non si mossero.

Ma nonostante sia state perpetrati contro di loro brutalissimi torture, il martirio continuò fino a quando non furono condannati a morte e decapitati a Brescia il 15 febbraio 120-134 d.C. Da allora il giorno della loro morte è diventato una festività per la città, celebrando la loro gloria al momento dell’entrata in Paradiso.

San Faustino e Giovita furono sepolti nel luogo in cui viene edificata la chiesa omonima. Nel IX secolo si narra del miracolo della trasudazione delle spoglie dei due martiri, avvenuta durante una processione verso la chiesa. Le reliquie cominciarono a trasudare sangue e il duca Nano di Baviera, che partecipava alla processione e vide il miracolo, guarì da una malattia. Si convertì anch’esso al Cristianesimo e regalò a Brescia un pezzetto della croce di Cristo, conservato nel Duomo Vecchio.

La leggenda narra anche dell’ultimo episodio, avvenuto nel 1438, allorquando Brescia venne assediata dall’esercito di Niccolò Piccinino al servizio dei Visconti di Milano. Il 13 dicembre venne fatta l’apparizione di San Faustino e Giovita sulle mura del castello, vestiti in abiti militari, come a proteggere la città. L’apparizione avvenne nella parte del castello chiamata Roverotto.

San Faustino e Giovita rappresentano quindi un simbolo di forza e protezione per la città di Brescia, non solo per la loro vita preziosa di cristiani, ma anche per i miracoli avvenuti attraverso le loro reliquie. La loro memoria è celebrata con molta partecipazione dalla città in feste e cerimonie, come segno di gratitudine e devozione.

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