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La Spada nella Roccia Vs Excalibur: Tra Storia, Leggenda e Cultura le Differenze tra le Due Mitiche Spade di Re Artù

La leggenda di Re Artù è una delle narrazioni più affascinanti e durature della storia europea, alimentata nei secoli da un ricco intreccio di miti, simbolismi e opere letterarie. Al centro di questa leggenda vi sono due spade straordinarie che, sebbene spesso confuse o considerate intercambiabili, rappresentano in realtà entità distinte con significati propri: la Spada nella Roccia e Excalibur. Queste armi leggendarie non solo definiscono il destino del giovane Artù, ma incarnano valori e poteri che vanno ben oltre la mera dimensione materiale delle armi. Comprendere le differenze tra queste due spade significa addentrarsi nella complessità della mitologia arturiana e scoprire i molteplici strati di significato che le circondano.

La Spada nella Roccia è una delle immagini più potenti del ciclo arturiano. Simbolo di legittimità e destino, appare per la prima volta nel racconto in versi francese Merlino di Robert de Boron, scritto tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo. La storia narra che, per volontà divina, una spada fu conficcata in una roccia (o, in alcune versioni, in un’incudine) e solo colui che fosse riuscito a estrarla sarebbe stato riconosciuto come il legittimo sovrano di Britannia. Il giovane Artù, all’epoca ancora inconsapevole delle sue origini regali, riesce nell’impresa, dimostrando così di essere il predestinato a guidare il regno.

La scena di Artù che estrae la spada dalla roccia è intrisa di un potente simbolismo. Non si tratta solo di un test di forza fisica, ma piuttosto di una prova di virtù e destino. L’immagine di un ragazzo apparentemente comune che diventa re grazie a un atto straordinario è un richiamo all’idea del sovrano eletto dal destino, un concetto che attraversa molte culture e religioni. Tuttavia, nonostante l’importanza di questo evento, la Spada nella Roccia è solo l’inizio della leggenda di Artù.

Molti racconti arturiani, tra cui La Morte di Artù di Sir Thomas Malory, chiariscono che la spada estratta dalla roccia non è Excalibur, ma una spada separata che Artù successivamente perde durante un duello con Re Pellinore. Questo dettaglio, spesso trascurato nelle versioni più recenti della leggenda, sottolinea la distinzione tra le due armi. Dopo la rottura della prima spada, è la Dama del Lago, una figura mistica della mitologia arturiana, a donare ad Artù la vera Excalibur, un’arma con poteri straordinari e un simbolismo ancora più profondo.

Excalibur, a differenza della Spada nella Roccia, non è legata a un singolo evento di prova, ma piuttosto rappresenta la sovranità eterna, la protezione e la giustizia. Il nome stesso, che deriva dal gallese Caledfwlch, può essere tradotto come “Colei che taglia l’acciaio”, sottolineando la natura invincibile e indistruttibile della spada. La storia di Excalibur è radicata in tradizioni ancora più antiche della leggenda arturiana, con collegamenti a miti celtici e irlandesi. La spada Caledfwlch, da cui si pensa derivi il nome di Excalibur, appare in testi gallesi come Culhwch e Olwen e nella Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth, dove viene latinizzata in Caliburn.

Il legame tra Artù e Excalibur si intensifica ulteriormente con l’introduzione di un altro elemento chiave: il fodero della spada. Secondo la leggenda, il fodero di Excalibur aveva poteri magici che proteggevano il suo portatore da ogni ferita mortale, rendendo Artù virtualmente invincibile finché lo possedeva. Tuttavia, è proprio la perdita di questo fodero, rubato dalla sorellastra di Artù, Morgana, che prelude alla tragica fine del re, segnando il destino non solo dell’uomo, ma dell’intero regno.

Questa distinzione tra le due spade non è solo una questione di nomi o di oggetti, ma riflette temi diversi all’interno della mitologia arturiana. La Spada nella Roccia è l’emblema della legittimità e del destino: il giovane Artù diventa re non perché sia nato con quel diritto, ma perché è stato scelto dal fato. Excalibur, invece, rappresenta il potere regale e la giustizia, con un’enfasi particolare sulla protezione e l’integrità morale del sovrano.

La cultura moderna ha spesso fuso o confuso questi due simboli, complice la popolarità delle opere cinematografiche e letterarie che hanno rielaborato la leggenda di Artù. Il romanzo La Spada nella Roccia di T. H. White, e il suo adattamento Disney del 1963, per esempio, trattano la Spada nella Roccia come Excalibur, consolidando l’idea che si tratti della stessa spada. Tuttavia, questa semplificazione non rende giustizia alla complessità e alla profondità delle leggende originali.

Anche nei videogiochi e nella cultura popolare, Excalibur è spesso rappresentata come la spada simbolica del re, a volte legata alla prova della roccia, altre volte separata e distinta. In titoli come Assassin’s Creed: Valhalla o Final Fantasy, Excalibur è trattata come un’arma leggendaria con poteri quasi divini, perpetuando il suo status di icona culturale.

Dunque, entre la Spada nella Roccia e Excalibur possono sembrare simili a un primo sguardo, rappresentano due aspetti distinti della leggenda arturiana. La prima è simbolo di legittimità e destino, la seconda di sovranità, giustizia e protezione. Entrambe sono fondamentali per comprendere la complessità del mito di Re Artù, un re che, armato di queste spade, incarna non solo il potere temporale, ma anche un ideale di giustizia e rettitudine che continua a ispirare e affascinare. Le loro storie, intrecciate e talvolta confuse, ci ricordano che il mito è una costruzione complessa, fatta di strati di narrazioni che si evolvono e si adattano nel tempo, ma che mantengono intatto il loro potere evocativo e simbolico.

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