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Helen Kane, la starlette che ispirò Betty Boop

Betty Boop, la famosissima figura con i suoi occhi grandi, i boccoli arricciati, i tacchi alti e la voce acuta, ha lasciato un segno indelebile sugli schermi negli anni ’30, durante la Grande Depressione negli Stati Uniti. Tuttavia, la donna che ha ispirato questo iconico personaggio animato, Helen Kane, non ha mai ricevuto alcun compenso per il suo alter ego ed è vissuta nel rimpianto di una vita da Star mancate

Helen, è nata nel Bronx nel 1904. Durante gli anni ’20, si è affermata come una celebrità nel mondo del varietà, esibendosi come attrice, ballerina e cantante. A quanto si riporta, proprio durante il suo debutto, ha creato l’espressione iconica “boop-boop-a-doop” mentre cantava la canzone “That’s My Weakness Now“. Il suo stile unico, con un linguaggio ammiccante e influenze jazz, è diventato ben presto un simbolo di trasgressione per l’epoca, guadagnandosi un numero sempre crescente di ammiratori.

Il personaggio di Betty Boop ha preso forma negli anni ’30, quando Max Fleischer l’ha inserita in un cartone animato chiamato “Dizzy Dishes“, uscito il 19 agosto 1930. L’animatore Grim Natwick ha creato una figura antropomorfa basata su Helen Kane, con grandi occhi e la famosa espressione “boop-a-doop“. Presto, questa figura si è evoluta nella Betty Boop umana che tutti conosciamo. Il suo successo le ha valso il soprannome di “Regina dello schermo animato” ed è diventata un’icona degli sfavillanti e spensierati anni ’20, in netto contrasto con la dura realtà della Grande Depressione che sarebbe seguita. Purtroppo, a causa delle restrizioni imposte dalle puritane norme di censura degli Stati Uniti, un personaggio così esplicito e sexy non poteva durare a lungo. A partire dal 1934, Betty Boop è stata gradualmente cancellata dai cinema e nel 1939 è scomparsa del tutto.

È comprensibile che Helen Kane si sia identificata immediatamente con Betty Boop. Nel 1932, ha intentato una causa contro lo Studio Fleischer chiedendo un risarcimento di 250.000 dollari, accusandoli di aver sfruttato deliberatamente la sua immagine  attraverso una caricatura. Il processo si è protratto per circa due anni, ma nel 1934 un giudice statunitense ha deciso che il look di Kane non era “unico” e che non era stata lei a inventare il booping, ma lo aveva anch’essa copiato da un’altra cantante, Baby Esther, la cui esibizione aveva visto anni prima. È anche probabile che gli studi Fleischer, abbiano tratto ispirazione da un’altra star degli anni ’20, Clara Bow, anche se solo per dettagli meno evidenti rispetto a Kane.

Dopo il processo, Kane, una volta una star negli anni ’20, si è trovata sconfitta e dimenticata, e ha finito per aprire un ristorante a New York insieme al suo ultimo marito, l’attore Dan Healy. Durante gli anni ’50, ha avuto solo piccole parti come attrice. Nel 1966, ha perso la sua battaglia contro il cancro al seno e si è spenta.

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