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Atlantide in Africa e il Dialogo Perduto di Platone

Il celebre filosofo Platone, una delle menti più influenti nella storia dell’umanità, fu oggetto di scherno da parte dei suoi contemporanei a causa di uno dei suoi scritti. La profonda delusione che derivò da ciò lo portò addirittura a non completare il secondo dei tre racconti previsti sull’argomento, senza nemmeno iniziare il terzo. Nei suoi dialoghi “Timeo” e “Crizia“, rimasto incompiuto, e inun terzo “Ermocrate“, mai scritto o andato distrutto (il famoso “Dialogo Perduto di Platone” che tutti i nerd hanno cercato nel gioco cult “Indiana Jones and The Fates of Atlantis), Platone descrive Atlantide, l’enigmatica terra perduta che da secoli affascina studiosi e appassionati.

Secondo il celebre filosofo greco, al di là delle Colonne d’Ercole si estendeva un immenso mare, punteggiato da una serie di piccole isole che conducevano a un grande continente, centro di una potenza marittima conquistatrice di vasti territori dell’Europa occidentale fino all’Etruria a nord e del Nordafrica fino all’Egitto a sud, ben novemila anni prima dell’era di Solone (ossia approssimativamente nel 9600 a.C.). Secondo la leggenda, Atlantide aveva tentato di invadere Atene ma era stata sconfitta. Come punizione per questo fallimento, Poseidone, dio degli oceani, avrebbe sprofondato l’isola-continente “in un singolo giorno e notte di disgrazia”. Il nome Atlantide deriva da Atlante, leggendario governatore dell’oceano Atlantico e figlio di Poseidone, che avrebbe anche regnato come primo sovrano di questa potenza marittima, secondo la narrazione di Platone.

L’Ermocrate è un dialogo ipotetico attribuito a Platone, che si ritiene possa essere la terza parte della trilogia composta anche da Timeo e Crizia. Tuttavia, è noto che Platone non ha mai completato il Crizia, le ragioni di ciò rimangono sconosciute. Pertanto, si suppone comunemente che Platone non abbia mai iniziato a scrivere l’Ermocrate (un’altra ipotesi suggerisce che il testo sia stato distrutto dopo l’avvento del cattolicesimo perché contrastava con i dogmi cattolici). In questo dialogo scomparso Crizia narrerebbe la storia di uno stato ideale nell’antica Atene, avvenuta nove millenni prima, e spiega come questa città sia stata in grado di resistere all’invasione dell’imperialismo navale di Atlantide. Anche questo racconto farebbe riferimento a fonti preistoriche che vanno da Solone agli Egizi.

Non potendo stabilire l’esatto contenuto del Dialogo perduto di Platone, la storia di Atlantide viene generalmente considerata come una storia funzionale ai dialoghi del filosofo, concepita per illustrare le sue idee politiche. Nonostante la funzione allegorica attribuita ad Atlantide sia chiara per la maggior parte degli studiosi, c’è un dibattito in corso su quanto e come il racconto di Platone possa essere ispirato da tradizioni più antiche. Alcuni sostengono che Platone si basò su eventi storici passati, come l’eruzione vulcanica di Thera o la guerra di Troia, mentre altri insistono sul fatto che egli possa essersi ispirato ad eventi contemporanei, come la distruzione di Elice nel 373 a.C. o il fallimento della invasione ateniese della Sicilia nel 415-413 a.C.

In ogni modo, durante l’antichità classica, l’esistenza di Atlantide fu oggetto di vivaci discussioni, ma generalmente venne rigettata e talvolta anche parodiata da autori successivi anche perchè i Greci del suo tempo sapevano perfettamente che non esisteva alcuna isola di notevoli dimensioni ai piedi del monte Atlante.

Tuttavia, la recente scoperta ottenuta grazie al satellite giapponese PALSAR dimostra che Platone aveva in effetti ragione. Un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature” il 10 novembre 2015, intitolato “African humid periods triggered the reactivation of a large river system in Western Sahara“, conferma l’esistenza di un antico sistema fluviale nell’attuale Sahara occidentale. Questo sistema fluviale, noto come fiume Tamanrasett, ha origine negli altopiani dell’Hoggar e nelle montagne dell’Atlante meridionale in Algeria, per poi sfociare nell’odierna Mauritania.

La valle del fiume Tamanrasett possiede una larghezza di circa 90 km, e la sua foce, attualmente situata sotto il mare, raggiunge una larghezza di 400 km. Ciò significa che il fiume poteva estendersi su una simile larghezza da costa a costa. Osservando la regione dall’alto, è possibile constatare che durante l’Ultimo Periodo Umido Africano, verificatosi circa 14.500-7.000 anni fa, la cosiddetta “Terra di Atlante” costituiva effettivamente un’isola, circondata a nord dal Mar Mediterraneo, a ovest dall’Oceano Atlantico e a sud dal fiume Tamanrasett. Questo fatto conferma quindi le affermazioni di Platone riguardanti la “Grande Isola”.

Ma in realtà si trattava realmente dell’Isola di Atlantide? Secondo il racconto di Platone, in prossimità di Atlantide si trovavano due strutture geologiche particolari: l’Isola di Poseidone e l’Isola della Metropoli. Le dimensioni e la disposizione di tali due strutture, individuate lungo il percorso del fiume Tamanrasett come la Cupola di Semsiyat e la Struttura di Richat, coincidono esattamente con quanto descritto da Platone. Non esiste infatti alcuna struttura simile al mondo che presenti tali peculiarità.

Grazie alla moderna tecnologia satellitare, si può oggi affermare con certezza di aver individuato il territorio di Atlantide di cui Platone parlava. Ciò pone importanti interrogativi sulla provenienza di queste informazioni da parte dei misteriosi sacerdoti egizi, nonché sulla civiltà che conosceva eventi accaduti migliaia di anni fa. Il libro intitolato “Atlantide 2021 – Il continente ritrovato” offre risposte a tali domande, basandosi su studi scientifici pubblicati in autorevoli riviste come “Science” ed altre ancora.

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